Molti avranno sentito parlare del surimi giapponese, e probabilmente alcuni lo avranno anche provato. Ma cos’è esattamente il surimi? E c’è differenza tra quello giapponese e quello in vendita in Italia?

Il surimi in Italia

Facciamo subito una precisazione: il surimi (すり身) in vendita qui in Italia è essenzialmente una preparazione a base di pesce, a cui viene data una forma cilindrica ed una colorazione arancio all’esterno che dovrebbe ricordare visivamente una chela di granchio.

Anche in Giappone esiste il surimi come lo si conosce in Italia. E’ un prodotto dell’industria alimentare che viene chiamato kani-kamaboko, che letteralmente significa polpetta di granchio.

Il surimi giapponese autentico

Il surimi giapponese, quello autentico, è una polpetta di pesce dalla polpa bianca, ricavata normalmente dai filetti di merluzzo o di sardine e alici.

La parola surimi (すり身) letteralmente significa polpa di pesce pestata, dove “suri” è il classico mortaio giapponese tradizionale , sui cui canaletti interni veniva tritato il pesce con il pestello (“suri” è anche il movimento circolare del pestello), mentre “mi” significa polpa di pesce.

“suri-baci”, il tradizionale mortaio giapponese con cui si preparava (anche) il surimi

In Giappone il surimi tradizionale è un alimento molto diffuso, presente in diversi piatti e peraltro in numerose varianti regionali. Si prepara ancora a casa, ma lo si trova naturalmente anche in vendita già pronto.

L’ingrediente di base è ovviamente il merluzzo (o anche il pesce azzurro), che viene pestato e mescolato con fecola di patate, sake, zenzero e, volendo, verdure come carote, erba cipollina. Anche l’albume d’uovo può essere utilizzato, in quanto aiuta a mantenere morbida la polpetta.

Come usare il surimi in cucina

In linea di massima il surimi è facile da preparare in casa. Una volta ottenuto l’impasto, con un normale mixer piuttosto che con il mortaio tradizionale, lo si può congelare, anche dopo fritto.

Ecco alcune modalità di cottura ed esempi di utilizzo del surimi giapponese:

  • cotto a vapore, in tal caso si chiama “kamaboko”;
  • cotto in zuppa, tipicamente in brodo dashi con verdure;
  • Se infilzato su una cannetta di bambù e grigliato (come uno spiedino), prende il nome di “chikuwa”;
  • Se invece viene fritto, diventa “satsuma aghe” (ovvero “frittura alla maniera di Satsuma”, l’antico nome della regione meridionale dell’isola di Kyushu).

Ricetta del surimi giapponese tradizionale

Ingredienti (per 2 persone)

  • 300 gr di filetto di merluzzo
  • 2 cucchiai di fecola di patate
  • 1 cucchiaio di sake
  • 10 gr di zenzero fresco
  • 1 cucchiaino di sale

Preparazione

(1) sciacquare i filetti di pesce ed asciugarli bene con carta da cucina

(2) tagliare il pesce a pezzi e passarlo in un mixer assieme alla fecola di patate, al sake, allo zenzero grattugiato ed un po’ di sale

(3) frullare nel mixer fino ad ottenere un composto liscio e morbido. L’impasto è ora pronto per essere modellato con le mani e formare delle polpette. Lo si può cucinare subito o congelare.

Zuppa di surimi con verdure

Ingredienti (per 2 persone)

  • 300 gr di surimi
  • 1 lt di brodo dashi
  • 1 carota
  • mezzo porro
  • 2 cucchiai di salsa di soia
  • 2 cucchiai di sake

Preparazione

  1. in una pentola versare il brodo dashi, il sake, la salsa di soia, le carote tagliate a rondelle ed il porro a listarelle, portare a ebollizione
  2. con un cucchiaio ricavare delle polpette di surimi e cuocerle nel brodo finché verranno a galla. Servire caldo in una ciotola