Tra i vari ortaggi più o meno esotici che si iniziano a trovare con più regolarità anche in Italia c’è l’okra.
Se siete giunti su questa pagina, avete già sentito parlare di okra, o ne siete perlomeno incuriositi. Qui di seguito vi spieghiamo cos’è questo ortaggio e come farcelo amico in cucina.
Cos’è l’okra
Chi simpatizza per il cibo salutare e vegetariano, avrà magari sentito parlare dell’okra (detta anche gombo). Questa verdura è ancora poco diffusa in Italia, anche se la si può trovare in qualche supermercato ben fornito, o da fruttivendoli e negozi specializzati in cibo etnico.
La pianta dell’okra appartiene alla famiglia botanica delle Malvaceae.
La parte edibile dell’okra si presenta sotto forma di un baccello di un bel colore verde, la cui forma ricorda un po’ quella di un peperoncino. Il baccello dell’okra può avere una leggera peluria in superficie, è piuttosto morbido al tatto ed è lungo 10-12 centimetri in media. Si mangia cotto ed il suo sapore è delicato.
Sebbene la pianta dell’okra sia di origine africana, oggi viene coltivata in tutte le aree tropicali del pianeta. Anche nel Giappone meridionale, dove l’okra è piuttosto usata in cucina, la sua pianta ha trovato un buon habitat grazie al clima caldo umido. Esistono delle piccole coltivazioni anche nel nord Italia.
Come usare l’okra in cucina
In generale, potendo scegliere, sono da preferire i baccelli più piccoli, perchè sono più teneri. Quelli più grandi (sui 15 centimetri o anche oltre) tendono ad essere un po’ fibrosi, soprattutto se non sono più freschissimi.
All’interno dell’okra troverete dei semini bianchi tondi: sono commestibili, oltre che teneri, e sono parte integrante della verdura. Non vanno rimossi.
Tenete a mente inoltre che l’okra contiene una sostanza piuttosto gelatinosa: ve ne accorgerete appena inizierete a tagliarla. Tuttavia non preoccupatevi: proprio questa sostanza è salutare e benefica per l’organismo, in quanto si tratta di una sorta di lenitivo naturale.
Oltre all’azione lenitiva, l’okra ha un buon apporto di sali minerali (potassio e calcio), vitamine (A e C) e fibra. E’ ovviamente povera in calorie, come la stragrande maggioranza delle verdure, e contribuisce ad alleviare il senso di stanchezza e calore tipici della stagione estiva.
L’okra va generalmente consumata cotta: è sufficiente una sbollentata veloce in acqua leggermente salata. In questo caso i baccelli vanno lasciati integri, e solo dopo vanno tagliati, rimuovendo il picciolo. Questo perché i teneri baccelli lessati a pezzi sarebbero inutilizzabili, rilasciando semini e liquidi nell’acqua di cottura.
Una volta sbollentata potete tagliarla a rondelle e utilizzarla per preparare qualche colorata insalata. In alternativa, potete usarla come ingrediente per minestre e piatti dal profumo esotico.
Infine, un piccolo consiglio pratico: a seconda della freschezza (o anche della varietà), la peluria del baccello potrebbe risultare un po’ fastidiosa. Per eliminarla, basta strofinare delicatamente i baccelli con un po’ di sale, per poi sciacquarli sotto acqua corrente.
Ricette con okra (o gombo)
Insalata di okra e natto: tipicamente giapponese, perfetta in estate come piatto gustoso, leggero e soprattutto rinfrescante.
Okra al curry e latte di cocco: una ricetta facile da preparare a base di okra, molto sfiziosa e profumata di esotico, di origine africana
Insalata di okra e filetti di sgombro: un’idea che unisce la delicatezza dell’okra con il sapore deciso dei filetti di sgombro (potete usare quelli sottolio oppure freschi, leggermente grigliati)