in giro a kanazawa: tra pesce freschissimo, giardini e musei

PERCHE’ KANAZAWA?

La città di Kanazawa è il capoluogo della prefettura di Ishikawa, che si affaccia sul mare che separa il Giappone dalla Korea e dalla Cina. Negli ultimi anni la città è stata rivalutata come meta turistica, grazie anche all’apertura della tratta ferroviaria ad alta velocità: i treni Shinkansen la collegano ormai agevolmente con Tokyo.

Un weekend da queste parti permette di scoprire una parte di Giappone meno conosciuta e volendo, con qualche giorno in più a disposizione, di passare dal mare alle montagne più alte del Paese, che superano i 3.000 mt, in un paio di ore di auto.

Noi, da viaggiatori golosi, abbiamo scelto Kanazawa perché è rinomata per l’ottimo pesce fresco: questo era l’obiettivo principale del nostro viaggio. Quella zona del Mare del Giappone infatti è particolarmente pescosa e ricca di varietà di pescato.

Oltre al mangiar bene, la città ha però anche altro da offrire: sicuramente lo scenografico giardino “kenroku-en”, conosciuto come uno dei tre giardini più belli e curati di tutto il Giappone. E poi il museo di arte contemporanea del XXI secolo, il quartiere delle vecchie dimore dei samurai, quello delle geisha (“higashi chaya”), e un castello (purtroppo quasi completamente ricostruito).

La porta Tsuzumi-mon nei pressi della stazione ferroviaria

UN PIACEVOLE WEEK-END

Il primo giorno, appena arrivati, abbiamo passeggiato nell’antico quartiere dei samurai “Nagamachi”. La maggior parte delle case oggi è privata ma alcune sono state trasformate in case-museo e, se si ha tempo a disposizione, vale la pena visitarne una. Basta poco però per immaginare l’atmosfera di quelle vie e dei piccoli canali al tempo dei signori maestri dell’arte della guerra.

Nagamachi: il vecchio quartiere dei Samurai a Kanazawa

Il nostro alloggio era un hotel di catena, moderno e funzionale. Non era affatto male, ma piuttosto anonimo. L’unica vera particolarità era il parcheggio “verticale” per le auto. Nelle città giapponesi è una cosa abbastanza normale, ma per mio marito era una novità!:) In pratica si parcheggia l’auto su di un piedistallo mobile e, tramite una console, l’auto viene spostata in alto e in largo per diversi metri fino a raggiungere una postazione libera. Qualcosa di simile allo stoccaggio di un pallet sugli scaffali di un magazzino.

La mattina seguente, di buon’ora, siamo andati a visitare un must di Kanazawa: il giardino “Kenroku-en”, uno dei tre giardini più famosi di tutto il Giappone. Lo stile è quello in voga durante il periodo Edo (1603-1868).

Passeggiando tra siepi, alberi e ponticelli che attraversano piccoli canali, si capisce il perché di tanto successo: il senso di armonia ed equilibrio pervade ogni cosa. Si tratta comunque di un concetto di armonia diverso da quello occidentale. Più che dalla simmetria e la geometria delle forme, qui l’armonia viene dalla casualità e da un riempimento degli spazi che è tutto giapponese.

Turisti ce ne sono, ma il parco è grande, ed è facile appartarsi per una sosta. E può anche capitare, mentre vi state riposando, di vedere una coppia di neo-sposi, in kimono da cerimonia, alle prese con il fotografo di turno: il kenroku-en è anche questo. Del resto la scenografia del posto è notevole.

Uno scorcio del parco in veste autunnale

A pranzo siamo andati al famoso mercato del pesce “Omi-ichiba”. Sebbene sia un posto abbastanza turistico, volevo comunque vederlo. Tra l’altro da casa ci avevano commissionato l’acquisto di “ama ebi” locali: gamberetti freschissimi, dal gusto leggermente dolce che si mangiano crudi con salsa di soia e un pizzico di wasabi. Che prelibatezza!

Il mercato è diviso in due livelli: al piano terra vendono il pesce, mentre al piano di sopra lo cucinano e lo servono direttamente nei ristoranti del mercato. Essendo ora di pranzo, c’era una lunga attesa praticamente per tutti i ristoranti. Ma ne è valsa la pena, e alla fine è arrivato il momento gourmet della nostra giornata.

Il famoso mercato del pesce di Kanazawa
Il delizioso pranzo al mercato del pesce

Abbiamo preso due meravigliose scodelle di chirashi-zushi (pesce crudo su base di riso bianco) alla maniera locale, secondo la disponibilità del pescato del giorno.

Chele e polpa di granchio, ricci di mare strepitosi, uova di salmone spolverate di polvere d’oro (ebbene sì, l’oro vero, ma commestibile, in sottilissimi fogli). E poi le seppie erano bianche, quasi trasparenti, così come devono essere quando sono fresche, e al primo morso si sentiva un leggero sapore dolce. Questo era un vero must di Kanazawa!

Chiuso il pranzo con un ottimo te verde, abbiamo recuperato l’auto e siamo partiti verso casa. Qualche ora di strada ci attendeva. E non solo: anche i miei ci attendevano. Quella sera a cena infatti sono andati di scena gli ama-ebi, i prelibati gamberetti di Kanazawa. Che delizia! 🙂