Maritozzi con la panna

マリトッツォ maritozzo

Mettete un giorno il piacere di fare in casa dei bei maritozzi, e quello ancora più appagante di farcirli con panna montata freschissima e divorarli come se non ci fosse un domani…

Ebbene, il maritozzo è da sempre un dolce che si presta particolarmente bene come merenda sostanziosa, o anche come colazione molto golosa, e perché no, come sostituito di un pasto. Ma quali sono le origini di questo semplice ed irresistibile panetto dolce? Ecco qualche curiosità… (se invece volete la ricetta, scorrete subito in basso).

Le origini del maritozzo

Conosciuto in tutta Italia, in realtà il maritozzo ha origini romane e, tra l’altro, molto antiche. Infatti, già ai tempi dell’antica Roma, pare che esistesse una sorta di pane morbido, addolcito da miele e frutta secca come l’uva passa. Dalle dimensioni maggiori di quelle attuali, era molto probabilmente un cibo da consumare lontano da casa, come sostentamento durante la giornata.

Nel corso dei secoli, le sue dimensioni sono andate via via rimpicciolendosi, assomigliando di più a quello che conosciamo oggi: una sorta di mono-porzione (certo, a volte generosamente farcita!).

Anche la cultura cristiana pare che abbia messo il suo zampino nell’evoluzione del maritozzo. Infatti ne esiste, tuttora, una versione più sobria, impastata con l’olio (invece del tradizionale strutto) e arricchita solo con dell’uvetta. Per questo motivo ritenuta più adatta al consumo durante il periodo della Quaresima che precede la Pasqua.

Di questo tipo di maritozzo, detto anche “er santo maritozzo”, ne parla in un sonetto dialettale nel 1833 un certo Giuseppe Belli, poeta e scrittore romano.

In realtà nella tradizione popolare romana i riferimenti al maritozzo sono praticamente infiniti. Artisti di strada, musicisti, poeti e letterati, improvvisati o meno, ne hanno lodato le qualità. Bella ed un po’ ironica è la dedica di un tale Ignazio Sifone, intitolata “Ode ar maritozzo”: in questo caso siamo negli anni ’60 del secolo scorso, e nello specifico è rivolta al maritozzo con la panna.

maritozzo マリトッツォ
Dei soffici maritozzi appena sfornati

Cuorisità sul nome “maritozzo”

Con un nome così, “maritozzo”, potevano mancare aneddoti curiosi? Certo che no. Ebbene, ce ne sono diverse di storie e leggende al riguardo…

A quanto pare, secondo un’antica usanza, il primo venerdì di marzo gli aspiranti mariti erano soliti regalare questo dolce alle donne di cui erano invaghiti. Sulla superficie del maritozzo, con lo zucchero, venivano rappresentati dei cuori o delle mani intrecciate. E magari sarà capitato che qualcuno avesse nascosto un anello di fidanzamento proprio all’interno del maritozzo! Insomma, una festa antenata dell’attuale San Valentino.

Secondo altre fonti, potevano essere le donne stesse, nella cosiddetta età “maritabile”, che preparavano queste pagnottelle dolci per offrirle in dono ai giovani di buona famiglia, al fine di avviare una conoscenze e chissà, magari di combinare un buon matrimonio.

Insomma, storie d’altri tempi, certamente. E così il nome maritozzo, un po’ romantico e un po’ ironico, specie se ci fa pensare ad un bel marito cicciottello e ben piazzato, si presta a tante fantasticherie.

Ad ogni modo, sebbene la parola “maritozzo” sia di gran lunga la più diffusa, se vi fate un giro fuori Roma, potreste anche sentir parlare di “maritello” e “panmarito”.

maritozzi maritozzo マリトッツォ
Maritozzi raffreddati e farciti con panna fresca montata e zucchero a velo

Il maritozzo oggi

A Roma e dintorni i maritozzi sono perlopiù sferici, o leggermente ovali. Chiaramente la classica farcitura è la panna fresca montata e leggermente zuccherata.

Se invece ci spostiamo sul versante adriatico, tra Abruzzo e Marche, i maritozzi tendono ad essere piuttosto allungati, come un piccolo filoncino da 10-15 cm. E ovviamente un cuore farcito di panna montata. Tra l’altro nelle Marche è possibile trovare anche la versione più semplice (quella storicamente legata al periodo quaresimale), senza panna, ma con uvetta e scorza d’arancia grattugiata.

E ancora, in Puglia e dintorni, il maritozzo può anche assumere la forma di una treccia, sebbene il tipo di impasto rimanga molto simile.

Insomma, la storia di questa panetto dolce è molto variegata. Basti pensare che, un po’ ovunque in Italia, può capitare di trovarlo in pasticceria o al bar. Essendo la base tutto sommato semplice (un pane dolce e lievitato), il maritozzo si presta a farciture molto fantasiose: crema, nutella, gelato… e perfino salate!

Infine, se questa pagina vi ha incuriosito ma vi interessa approfondire ulteriormente l’argomento, sappiate che a Roma, da qualche anno, c’è il “Maritozzo Day”: il nome è già un programma!

Ricetta dei maritozzi con la panna

Ingredienti (per circa 15 pezzi tondi)

per l’impasto

  • 500 gr di farina manitoba tipo 0
  • 14 gr di lievito di birra fresco
  • 70 gr zucchero
  • 250 ml di latte
  • 80 gr di burro
  • 2 uova
  • buccia grattugiata di mezza arancia (non trattata)
  • un pizzico di sale

per la farcitura

  • 400 ml di panna fresca
  • 3-4 cucchiai di zucchero

Preparazione

maritozzo マリトッツォ
1) Innanzitutto preparate il cosiddetto “lievitino”. Questa tecnica (che si chiama “poolish”) agevola la lievitazione e rende il maritozzo più fragrante: fate sciogliere 7 gr di lievito (metà dose totale) in 100 ml di latte tiepido, mescolate con 100 gr di farina e lasciate riposare circa 1 ora o comunque finché il suo volume non sarà raddoppiato
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2) quando il lievitino è pronto, in una ciotola mescolatelo gradualmente assieme al resto della farina, del lievito, del latte, lo zucchero e ad un pizzico di sale. Sbattete le uova (tenetene un pochino da parte per la spennellata finale pre-cottura), unitele al resto ed iniziate ad amalgamare il tutto in maniera omogenea
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3) ora aggiungete il burro ammorbidito e tagliato a cubetti e continuate ad amalgamare il tutto
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4) aggiungete la buccia grattugiata di mezza arancia (edibile, non trattata)
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5) quando il composto diventa ben omogeneo, spostatelo su una spianatoia ed impastate energicamente per circa 10-15 min, finché non otterrete un impasto liscio ed elastico
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6) infine mettete l’impasto in una ciotola e lasciatelo lievitare in un posto sufficientemente caldo, il tempo necessario affinché raddoppi il suo volume (almeno un’ora)
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7) consiglio: se siete in inverno, potete mettere a lievitare l’impasto nel forno (ovviamente spento), assieme ad una pentola con dell’acqua calda. Questo ambiente riscaldato agevolerà la lievitazione!
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8) una volta che l’impasto è ricresciuto a sufficienza, fate una prova e spingete un dito infarinato all’interno: se l’impasto si rigonfia lentamente, direi che è OK
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9) sulla spianatoia, ricavate dei filoncini di impasto larghi circa 8 cm; da questi filoncini, ottenete dei bocconcini di impasto da circa 60 gr.
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10) con le mani modellate una bella sferetta a partire da ciascun bocconcino di impasto
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11) mettete della carta da forno sulla teglia e disponete le palline d’impasto, lasciando una certa distanza. Fate riposare ulteriormente circa 30 min in un posto caldo. Infine, prima di infornarli, spennellateli con l’uovo sbattuto tenuto da parte unito ad un goccio di latte, e cuocete a 190°C per circa 15 min.
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12) una volta che i maritozzi si sono raffreddati completamente, fate un bel taglio al centro e farciteli con la panna fresca che avrete montato al momento ed una spolverata di zucchero a velo. E buon appetito!
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